Ieri sera ero
con me. Respiravo la notte. Le fate mi danzavano intorno.
I folletti
rumoreggiavano-. Ognuno nella sua lingua.
Nessuno
voleva che io dormissi. Volevano che sognassi.
Allora l’ho
fatto. Ma da principe prigioniero.
Sono apparso.
Il posto era
insignificante. Un paese. Strade
illuminate da timidi lampioni, poi avvolte dalle tenebre.
l silenzioso
era meraviglioso però. E anche lei era meravigliosa.
Con i suoi
occhi color della notte e labbra petali
delicati. I suoi capelli risplendevano nell’oscurità ed erano luce.
Il suo odore
permeava il silenzio, e la strada che percorrevamo scivolava sopra di noi.
Eravamo
incerti nello scrutarci, nell’abbandonarci l’uno all’altra. Tra di noi un muro
invisibile, di paure e di timori, paura che tutto potesse essere reale, che
quello non fosse solo un sogno.
Le nostre
parole si infrangevano invano contro l’invalicabile, ma le nostre anime si
parlavano, senza che noi ce ne accorgessimo.
Eravamo oltre
l’infinito, senza saperlo. I nostri corpi, le nostre menti tuttavia ci
impedivano di essere lì, oltre.
E la nostra
notte giungeva al termine, intensa, indimenticabile, tuttavia ancora priva di
magia.
Ma poi tu mi
hai baciato. E noi finalmente abbiamo fatto l’amore. I nostri corpi hanno perso
consistenza.
Noi non c’eravamo
più. Nulla aveva più senso.
La
principessa e il principe avevano colto finalmente il segreto, con coraggio
hanno volato nell’oceano dell’anima.
Ma solo per
un istante. Per una notte.
E così sono
tornato.
Dove?
In fondo lo
sapete tutti
ma forse i nostri sogni sono l'unica vera realtà
RispondiEliminae quello che definiamo come realtà è tutto solo sognato e non significa niente. chi lo sa?