mercoledì 25 settembre 2013

Diario Vero della Vita



Sono nata italiana nel 1929, a Gorizia. Le guerre hanno poi deciso la mia nazionalità.

Sono scappata a Buenos Aires, ho ballato il tango per alcuni anni.

Ho sposato mio marito e sono tornata Italiana, milanese, per la precisione.

Il 24 ottobre compio 83 anni.

Non ho più la macchina, mi hanno tolto la patente, dicono che sono troppo vecchia per guidare.

Vedo poco e non sento da un orecchio.

Il mio cuore è rammendato.

E poi la mia schiena, le vertebre rotte.

Non conto più i dolori che ho, la mia povera testa ischemica rotola. Le mie gambe cedono, il bastone le regge, quando io ho la forza di reggere il bastone.

Grazie a Dio mi faccio da mangiare e pulisco la casa, sin dove posso.

Veglio sui miei amati fiori, che piangono senza lacrime quando soffrono, come me.

Le pareti della mia casa restano in silenzio, come me; così passano i giorni, le mattine, i pomeriggi, le notti.

So che un giorno non aprirò più gli occhi, sono oramai in cima alla montagna: quando questo accadrà, mi piace immaginare che nel cielo si aprirà un cancello, che è sempre stato lì, invisibile agli occhi dei più.

Dall'alto, con il cuore appesantito dalle traversie della vita e guarito dal potere della luce, guarderò giù sorridendo, con l'amore di una bisnonna e, se mi sarà concesso, aiuterò chi di dovere a portare più sorrisi in quel pianeta in cui una volta ho vissuto anch'io.

Raffaele Ranieri - tutti i diritti riservati-

giovedì 19 settembre 2013

La casa tra i boschi



Il mio bisnonno ha costruito una casa di pietra tra le montagne che accarezzano l'Isonzo, un fiume meravigliosamente turchese che si intravede dall'alto.

E' un grande casale di contadini, una volta con pietre ben visibili, avvolto da frutteti e alberi, che per me,

piccol infante che un tempo lontano respirava il profumo di quella magica terra, sono sempre stati li.

I miei ricordi sono profumati, colorati, riempiono la mia mente agitata di quiete.

La mia nonna ha reso quella casa diversa, le pietre ora sono invisibili, qualche piccola cosa è cambiata, ma lei mantiene invariata la sua magia.

La porta è sempre aperta, nessuno ti farà del male, nè entrerà nella tua dimora se non per portare frutta, miele, sorrisi e la felicità di chi non ha nulla se non il suo senso di appartenenza alla terra.

L'ultima volta era fine maggio, di qualche anno fa. La sera sentivi sulla tua pelle il freddo di una primavera non ancora giunta.

Mi sdraiavo in mezzo all'erba, e la mia anima diveniva una con cielo disegnato di stelle.

Nei boschi vicini abitano folletti e fate, c'è magia, quella vera, che non viene venduta, né insegnata, solo concessa ai puri, come un dono, di una forza invisibile, che sfugge alla nostra mente.

Io immagino me stesso lì, con una donna speciale, mia sposa, dei bimbi meravigliosi, in equilibrio con la natura.

Non penso a null'altro, a come e perché. So che una volta che sarò lì, in qualche modo, tutto andrà nella sola direzione in cui è concesso andare, che porta alla riunificazione dell'uomo alla terra, a cui intimamente appartiene.

Raffaele Ranieri - tutti i diritti riservati