domenica 22 dicembre 2013

Babbo Natale



Oggi è il 24 dicembre 2029, ore 23.59, meno o quasi.

Non ho mai imparato a scrivere. Scrivere è come dipingere, solo che lo fai con le parole. Adesso ci sono le scuole che ti insegnano a farlo. Paghi migliaia di euro, puoi dire che ti sei diplomato in una scuola dove ti insegnano a scrivere, ma continui a non saperlo fare e nessuno pubblica i tuoi pezzi.

La forma si impara, la tecnica si acquisisce, la capacità di suonare con le corde dell’anima degli animi degli esseri viventi è un dono del cielo.

Ho appena litigato con Babbo Natale, quello vero intendo. Porta i regali solo a chi gli crede.

Babbo Natale salta nel tempo, è buono e ubiquo, così riesce a portare i regali a tutti, ovvero ormai a nessuno, perché nessuno gli crede.

Io invece non so scrivere senza musica. E non ti azzardare a leggermi senza.


Però so volare. So viaggiare tra cinque dimensioni, so piangere, emozionarmi.

Qualcuno per caso è capace di piangere? Non è mica così semplice.

Io so credere. Ho l’incommensurabile difetto di non smettere mai di farlo, contro tutti e contro tutto. Distruggimi 1000 volte e io risorgerò 1001.

I guerrieri della luce e i principi a volte leggono i fumetti, lavorano nel posto sbagliato e sanno piangere. Sanno credere.

Babbo Natale vuole premiare solo chi crede. Per questo abbiamo litigato.

Ho litigato con Babbo Natale perché so credere. Gli ho detto che i regali si portano a tutti, anche a chi non crede, anche ai grandi che pensano di sapere tutto, soprattutto a quelli che pensano di sapere tutto, che giudicano tutto e tutti, senza mai esitare, senza mai dubitare, dall’alto del loro mondo di cartapesta fatto di immutabili certezze, senza colori e senza musica.

Ho detto a Santa Claus che li porto io i regali a quelli li. Lui li porta a chi crede, io a chi non crede. Lui dice che spreco il mio tempo, che tanto è inutile, che queste persone mi faranno soffrire, che faranno soffrire il mondo e io non salverò nessuno.

Io so volare. Parlo con Babbo Natale, qualche volta anche con le sue renne. So piangere, ridere, sento i colori e vedo la musica.

Io porterò i regali a chi non crede perché possa credere. Porterò i regali a chi sa tutto perché possa dubitare, a chi non sa piangere per gli altri perché possa gustare il sapore amaro delle lacrime, perché veda i colori dell’amore e l’infinità divina dell’esistenza.

Babbo Natale dice che mi faranno male. Per 1000 volte che mi distruggeranno io risorgerò 1002. E non vi azzardate a lasciare la vostra vita senza musica.

Raffaele Ranieri – tutti i diritti riservati