sabato 5 novembre 2011

Io so cos'è l'amore - Capitolo 7 - Alexander e Chiara (quando erano felici)


“Una volta Chiara ed io, eravamo felici.
Ci amavamo?
Era Amore?
Amore per me è solo una parola. Una parola che sta nella nostra mente. A cui abbiamo associato Cenerentola, Biancaneve e tutti i film smielati di Hollywood. L’amore pensato, intellettualizzato.
Io non so cos’è l’amore. Mi dispiace.
So però che la vita diviene dirompente nell’attimo, in quel periodo di tempo a tal punto impercettibile che pare annullarsi.
Quando questo succede, noi siamo infiniti. Senza fine. Senza tempo. Senza spazio.
Siamo qui, lì, ovunque, adesso, ora, tanto tempo fa, per sempre.
Ricordo degli attimi.
Una stanza meravigliosa. Un luogo di principesse e principi. Un letto a baldacchino, la luce delicatamente prorompeva nello spazio da una finestra, che generosamente concedeva di ammirare un castello di un tempo che non cessa di essere presente.
Poi ricordo Chiara. I suoi meravigliosi occhi di cielo, il suo sorriso che schiudeva il mio cuore, la sua pelle come seta, il tepore del suo corpo.
Noi eravamo lì. Immemori di ogni cosa, se non di noi stessi.
Non credo che mi sia capitato spesso, nella mia vita, di non voler essere se non dov’ero, così presente a me stesso.
Abbiamo dormito avvolti in un abbraccio indissolubile. La sua testa sul mio petto.
Il suo respiro regolare e delicato, i battiti del suo cuore cantavano per noi una dolce ninna-nanna.
Non ricordo più nulla. Perché noi siamo diventati uno, e poi qualcosa più di Uno, qualcosa che io non posso più raccontare, ma che ho potuto solo vivere, oltre l’esistenza.
Io non so cos’è l’amore. Ma so solo che vorrei essere ancora lì. Per sempre.
Lei poi ha aperto i suoi occhi ed io ho visto la mia anima riflessa.
Ho capito che non siamo creature senza un Dio, nonostante tutte le atrocità che nel mondo mi sconvolgono.
Abbiamo fatto l’amore. Teneramente, immensamente.
Eravamo luce pura, confluiti l’una nell’altro abbiamo viaggiato tra le meraviglie di questa terra, respirando il miracolo della nascita, tingendoci dei colori dell’alba boreale, ascoltando la melodia del silenzio tra le montagne dell’Himalaya e abbandonaci alle tenere carezze delle creature dell’Oceano.
Io non so cos’è l’amore. Non so spiegarlo come un filosofo, ne declamarlo come un poeta.
Io ricordo solo degli attimi. Impressi sul pentagramma della mia anima sono le note della sinfonia della felicità.
E’ una sinfonia che si suona in due. Ma non a tutti è concesso suonare.
Vorrei suonare ancora. Vorrei ascoltare ancora.
Io non so cos’è l’amore.
Ma, per un attimo, ho provato a essere eterno".

Raffaele Ranieri – tutti i diritti riservati-

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