martedì 13 settembre 2011

La marionetta magica


E’ indiscutibile. Qualunque essere umano che abbia il dono di trascendere, lo può percepire.
Praga ha qualcosa. Lo senti. E’nell’aria. Lo avverti. Una sensazione alla bocca dello stomaco.
La mente si espande, assume la forma di ogni vicolo, di ogni singola pietra che compone la molteplicità di edifici che la rendono così meravigliosamente bella.

La piazza Venceslao da quassù è ancora più magica. Ho il privilegio di assaporarla dalla suite di uno degli alberghi più vecchi della città, considerato patrimonio dell’Unesco.
E’ quasi come possedere dei poteri sovrannaturali. Vedere. Ogni cosa. Da questa invidiabile posizione. Una visione del tutto. Comprendere che tutto è uno, e uno è tutto.
E’stare tra gli dei, per qualche fugace ed irrepetibile istante.

Ben presto non ho alcuna difficoltà a rammentare che sono solo un essere umano, come voi tutti.
Felicemente, un semplice essere umano che si mescola tra la folla che affluisce nella piazza.
Ed eccomi lì in mezzo, per poi indugiare sulle principali arterie, traboccanti di negozi che offrono il meglio delle cianfrusaglie per turisti. Mi perdo. Finalmente.
Che sensazione. Insolita. Mi sono perso molte volte, e tante altre mi perderò nella mia vita.
Questa volta è diverso però. Come lo è stato altre volte, ultimamente.
Mi perdo perché esiste sempre una ragione precisa. Un po’ alla volta mi perdo.
Perché io possa ritrovarmi progressivamente, perché forse, avrei timore di comprendere ciò che davvero sono…

Il negozio è lì. Sotto una volta stretta, in un vicolo che lo è ancor di più. E lì c’è una piccola porta in legno e vetro. Quasi invisibile. Visibile a chi desidera vederla. Ma e’ sempre così no?
Vediamo solo quando lo desideriamo davvero, ardentemente, con passione e dedizione.

La porta cigola. In qualche modo deve pur avvertire il suo padrone che un viandante si è introdotto lì.
La stanza è minuscola. Uno spazio ancor più compresso perché cosparso di ogni genere di oggetto. Lampade, vecchie chiavi, scarpe, vecchie radio, orologi, gioielli di scarso valore, una vecchia fisarmonica, soldatini, bicchieri, e tutto quello che si può immaginare o non immaginare di trovare in una stanzetta così piccola.
“Roba da quattro soldi” penso, mentre finalmente mi accorgo della presenza di un signore. Alto, i capelli biondi lisci a caschetto, vestito con pantaloni di fustagno marroni, un maglione beige. E’ intento a leggere. Non solleva nemmeno lo sguardo quando lo saluto in inglese. E’ bizzarro. Non avevo nemmeno percepito la sua presenza, quasi non ci fosse stato fino ad un momento prima, quasi fosse apparso solo quando io avessi deciso che poteva farlo…
Ma che pensieri, forse è il caso che io me ne vada. Sono capitato in un posto del tutto inutile.

Ma poi eccola lì. Su una parete. E’ bellissima. E’ la marionetta di un mago. Così ben realizzata da sembrare viva. La lunga barba bianca, una tunica nera e il tipico cappello. In mano regge un libro di incantesimi, almeno pare, perché è identica del resto a quella che avevo visto in un negozio nei pressi del castello.
I nostri sguardi si incrociano, e poi, il libro. No. Non è lo stesso dell’altra. Questo libro riporta un’altra intestazione, “Liber Mutus”. Un brivido mi percorre la schiena. Ma poi immediatamente sono colto da una grande ilarità, ridendo di me stesso. E quindi? Non possono esserci due modelli diversi? E poi, considerato che è la marionetta di un mago, che siamo a Praga, una città alchemica, mi pare il minimo che sia possibile realizzare un pupo di questo tipo. Che sciocco.

Però è davvero bella. La voglio comprare.
“How does it cost?”chiedo al mio disinteressato amico. “900” risponde.
Divertente. Ha una marionetta usata, identica a quella che vendono nuova da altre parti, e la vende a 70 corone in più. “It’s expensive, i saw it in another shop, it was new, and it was cheaper”.
Il mio amico non si scompone, non solleva nemmeno la testa, sembra quasi annoiato dalla nostra conversazione: “This is different, it’s magic”.
Fantastico. Davvero straordinario. Grande venditore. “Really? Is it magic? Why is it magic?”
“Buy it. And you will see.” Incredibile davvero. Non posso crederci.
“Thank you sir, bye”.
“Good bye.”

Il giorno dopo sono tornato. Spinto da un desiderio arcano, colto da una strana brama, ho sospinto il mio corpo, ancora volta, attraverso i vicoli ombrosi già forse calcati secoli prima.
 La marionetta mi piaceva, volevo comunque acquistarla, e se fossi stato la vittima di uno sciocco trucchetto per raggirare i turisti, lo avrei accettato.
Immerso in questi pensieri non mi ero nemmeno accorto di essere arrivato a destinazione.
Il vicoletto. La volta.
Ma ora, lì dove ieri scorsi una porta di legno e vetri, ora c’era solo il muro.

© Raffaele Ranieri

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